Prevenzione infortuni dello sport
La prevenzione degli infortuni è una materia complessa perché è necessario sondare le strutture biologiche e valutare la condizione di salute dell’atleta. I campi di azione della prevenzione sono soprattutto tre, ognuno dei quali ha una stretta correlazione con un tessuto biologico: la Forza – tessuto muscolare; la Flessibilità – tessuto connettivo; la Propriocezione – tessuto nervoso.
La valutazione della forza e della resistenza muscolare sono due componenti molto importanti per stilare dei programmi di prevenzione. Tutti i muscoli sono tra loro sinergici o antagonisti: un ridotto tono di un gruppo muscolare comporta, come adattamento fisiologico, un accorciamento del tessuto connettivo del muscolo antagonista; per esempio un ipotono del muscolo retto dell’addome determina una perdita di elasticità dei muscoli paravertebrali, come un deficit del muscolo quadricipite, comporta un accorciamento dei muscoli ischio-crurali. Per correggere questi disequilibri muscolari che alterano l’atteggiamento posturale dell’atleta, bisogna svolgere una preparazione fisica e allenamenti funzionali sia sul muscolo deficitario, rinforzandolo (tonificazione), sia sul muscolo accorciato, allungandolo (stretching).
La flessibilità muscolare è un’importante componente che spesso viene trascurata a discapito della forza muscolare. Il nostro corpo, nella stazione eretta, è mantenuto in equilibrio dai muscoli, che fungono da tiranti dinamici, e dal sistema connettivale, che agisce staticamente. Il sistema connettivale è largamente diffuso - nei sistemi fasciali che ricoprono i visceri e i muscoli, nei tendini, nei legamenti - ed è composto principalmente da fibre collagene e reticolari e da materiale amorfo. La funzione principale del tessuto connettivo è quella di connessione tra i diversi sistemi, quindi agisce come organo di trasmissione. Il termine flessibilità fa riferimento alla capacità di allungarsi dell’unità muscolo-tendinea se sottoposta a stretching.
La propriocezione è la capacità di avere il senso della posizione, di interpretare le informazioni sensoriali e di rispondere coscientemente o incoscientemente agli stimoli attraverso il controllo di postura e movimento. Il controllo neuromuscolare della propriocezione origina dalle informazioni fornite da recettori cutanei, articolari, muscolari e tendinei. La propriocezione ci consente di sapere in che posizione si trova il ginocchio durante l’attività sportiva senza doverlo per forza guardare; ci consente di saltare, correre e lanciare; di adattare la corsa quando passiamo da un terreno ad un altro. Sebbene flessibilità, forza e resistenza siano dei pre-requisiti necessari, è la propriocezione che ci consente di effettuare un cambio di direzione con la massima destrezza, che ci consente di mantenere l’equilibrio in una situazione di instabilità e di avere la coordinazione per svolgere un gesto complesso con la maggior funzionalità possibile.
La sintesi della prevenzione sta quindi nella triade: tonificazione, stretching, propriocezione. A cui si devono aggiungere due ultimi ma fondamentali punti: il riscaldamento e la personalizzazione.
Il riscaldamento è la parte più importante di tutto l’allenamento in quanto, preparando corpo e mente agli sforzi che in seguito dovrà affrontare, riduce i rischi di traumi. Il nostro corpo e tutte le sue strutture e apparati, a riposo ha una temperatura intorno ai 36°, ebbene, per ottenere un rendimento ottimale dovuto alla diminuzione degli attriti tra le articolazioni, a un migliore scorrimento dei tendini, a una maggiore lubrificazione sinoviale e a un maggior apporto di nutrienti ai muscoli, si deve portarla a circa 38°, con una progressione graduale e senza fretta.
Infine ogni atleta ha una propria struttura fisica e risponde in maniera differente non solo al training cui è sottoposto, ma anche ai tanti stimoli esterni. Per questo motivo obiettivi e allenamento devono essere personalizzati, sempre con l’assistenza di un istruttore o allenatore preparato e competente.